STRASBURGO, 7 GIU - La Corte europea dei diritti umani ha condannato l'Italia per non avere concesso per 10 anni le frequenze all'emittente televisiva Europa 7 di Francescantonio Di Stefano. La Corte ha riconosciuto all'imprenditore 10 milioni di euro per danni materiali e morali contro una richiesta di due miliardi di euro. Secondo la Corte, nel non assegnare le frequenze a Europa 7 le autorità italiane non hanno rispettato "l'obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l'effettivo pluralismo dei media". L'Italia è stata quindi condannata per aver violato il diritto alla libertà d'espressione. All'emittente televisiva è stato quindi riconosciuto il diritto a un risarcimento di 10 milioni di euro per danni morali e di 100 mila euro per le spese legali sostenute per presentare il ricorso a Strasburgo. Arriva così al suo epilogo una storia cominciata nel luglio del 1999 quando Europa 7, in base alla legge n.249 del 1997, ottenne la licenza per trasmettere attraverso tre frequenze per la copertura dell'80% del territorio nazionale. Tuttavia l'emittente ebbe l'effettiva possibilità di iniziare a trasmettere solo nel 2009 e su una sola frequenza. Nel condannare l'Italia la Corte ha sottolineato come, avendo ottenuto la licenza, Europa 7, potesse "ragionevolmente aspettarsi" di poter trasmettere entro massimo due anni. Ma non ha potuto farlo perché le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze. La Corte europea dei diritti umani, nel condannare l'Italia per non aver concesso le frequenze a Europa 7, ha deciso di non prendere in esame l'accusa rivolta da Francescantonio Di Stefano, proprietario dell'emittente televisiva, nei confronti di Mediaset.
Coinvolto in una inchiesta di corruzione si dimette il primo ministro del Portogallo. La gente è stanca di avere politici corrotti; vorrebbe piuttosto dei leader di cui potersi fidare. Da un'indagine globale pubblicata nel 2023, i leader politici risultavano all'ultimo posto nell'indice generale di fiducia. a La Bibbia parla di un governo il cui Leader è degno della più completa fiducia, è onesto e non può essere corrotto. Questo governo è il Regno di Dio, e il suo Re è Gesù Cristo (Isaia 9:7). Gesù ha già dimostrato di avere sinceramente a cuore gli interessi delle persone (Matteo 9:35, 36). In qualità di Re del Regno di Dio, garantirà giustizia e pace a tutti quelli che riconoscono la sua autorità (Salmo 72:12-14).
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