Inaugurato nuovo impianto Salvamed, ma "la testa resta in Italia"
Sandanski (Bulgaria), 2 ott. (TMNews) - Internazionalizzare sostenibile si può. Anzi, nel caso di prodotti a basso valore aggiunto, "l'imprenditore italiano deve cercare di mantenere nel proprio paese la strategia, il marketing, l'amministrazione, il controllo, ma deve iniziare a produrre in altri paesi a basso costo", se vuole sopravvivere e salvare occupazione. In un momento di grande difficoltà del manifatturiero italiano, con il dibattito infiammato sulla delocalizzazione della produzione all'estero che sottrae posti di lavoro, un esempio concreto di compromesso possibile arriva da Sandanski, piccolo centro della depressa Bulgaria meridionale (150 Km a sud di Sofia).
Qui l'imprenditore e presidente di Confindustria Balcani, Luigi Salvadori, ha inaugurato il nuovo impianto produttivo della 'Salvamed AD', braccio produttivo di Salvadori Spa, azienda fiorentina operativa dal 1907 nel settore sanitario. Non è un caso che al suo fianco, nella cerimonia inaugurale, ci sia Simone Gheri, sindaco (Pd) di quella Scandicci, comune alle porte di Firenze, da cui nel lontano 1994 Salvadori trasferì in Bulgaria la produzione di prodotti sterili, tessile sanitario, garze e kit operatori a uso ospedaliero.
Dei 160 addetti italiani "allora ne rimasero 15-20, oggi sono tornati ad essere oltre 30" spiega a Tmnews il sindaco l'importanza di "mantenere la testa dell'azienda in Italia". [30 contro i 160 non è stato un bel guadagno per la nostra occupazione ]
Non so però a chi conviene questo decentramento produttivo, forse in un primo momento solo alla tasche dell' imprenditore che vede da subito un minor costo di produzione e un nuovo mercato, ma poi alla lunga siamo sicuri di averne un vantaggio ?
oppure tra qualche anno in Italia per trovare un Euro dovremo andare in Bulgaria ?
per stare un meglio della media Europea è vero che dobbiamo far stare qualcuno peggio di noi ma così non facciamo solo del male a Noi !!!