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Vaticano.La lobby gay dei porporati

Vaticano.La lobby gay dei porporati

lobby gay vaticano-R.P.- 21 marzo 2013- David Berger è un giovane teologo tedesco, radiato nel 2010 dalla Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino per aver raccontato le sue frequentazioni con gli ambienti della curia gay romana.

Da allora la sua è una crociata contro la lobby dei porporati omosessuali e le loro pratiche in Vaticano.

Berger si dice certo che Benedetto XVI fosse a conoscenza dei monsignori della Roma gay, alcuni scandali erano di dominio pubblico, ma non era al corrente delle dimensioni del fenomeno, degli incontri dei prelati in locali frequentati esclusivamente da omosessuali, dove andavano e vanno esclusivamente per fare sesso. Ratzinger ne è rimasto letteralmente choccato.

Berger racconta di quando frequentava il locali gay della capitale e non di rado si imbatteva in vescovi e cardinali, accompagnati dal loro segretario o dal loro autista, per lo più giovani e sudamericani.

Incontri che avvenivano all'interno di un locale sito nel parco di Monte Caprino, vicino al Campidoglio, luogo per scambisti, chiuso per questo motivo dal sindaco Alemanno. Oppure gli incontri ravvicinati avvenivano in appartamenti privati dei quali ogni porporato possedeva le chiavi.

Papa Ratzinger li riteneva episodi sporadici, pur essendone a conoscenza. Il Vaticano era già stato al centro di uno scandalo esploso in Austria, in un seminario. Uno dei protagonisti di quella poco edificante vicenda gay eraWolfang Rothe, un carissimo amico del segretario particolare del Papa emerito, monsignor Georg Ganswein.

Chiaramente tutto venne messo rapidamente a tacere, così come le pratiche omosessuali tra le mura leonine, consolidate ma inconfessabili. Quando tutto questo venne a galla fu veramente troppo per Joseph Ratzinger, fragile, delicato e sensibile, che mai si era reso conto di un fenomeno di tali proporzioni.

Anche lui sfiorato dal pettegolezzo, una frangia della curia gli attribuiva tendenze gay, magari inconsapevolmente, tant'è che Ratzinger è stato profondamente omofobo, definendo gli omosessuali esseri inferiori rispetto all'uomo e alla donna: secondo lui "le sole creature di Dio". Una chiusura totale.

Una presa di distanza dovuta anche alla cultura nazista, ai tempi di Ratzinger adolescente essere gay significava finire nei campi di concentramento e il farsi prete li metteva al riparo dal dovere di farsi una famiglia.

Il testimone è passato di mano, Joseph Ratzinger a Jorge Mario Bergoglio che, se da un lato si è distinto dal predecessore, aprendo al dialogo con le altre confessioni, su certi temi si è rivelato ancora più tetragono, definendo le donne inadatte alla politica e le nozze gay "un segno del diavolo". Ignorando il fatto che ad esempio in Brasile, la destra omofoba uccide un omosessuale al giorno e in Argentina la situazione è simile.

Se Papa Bergoglio vuole sradicare la depravazione all'interno del Vaticano, la via che ha scelto potrebbe essere davvero pericolosa.

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