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Giovedi la Corte europea dei Diritti dell’Uomo ha dichiarato che in Francia i Testimoni di Geova sono stati vittime di una violazione del loro diritto di esercitare liberamente la propria religione.
Questa sentenza, presa all’unanimità dai giudici, può essere impugnata.
Era molto attesa da questo movimento cristiano d’origine americana, classificato come setta da un rapporto parlamentare francese del 1995.
I Testimoni di Geova, che contano 250.000 seguaci in Francia, denunciarono alla Corte di Strasburgo il rifiuto della Francia di concedere l’esenzione fiscale sulle donazioni ed i lasciti di cui godono le associazioni cultuali e le congregazioni religiose.
Nel maggio 1998 si videro infliggere una rettifica fiscale, il cui importo ha raggiunto i 57.500.000 € nel 2010.
Le somme in gioco riguardavano i “doni manuali”, essenzialmente le “offerte” dei fedeli che l’associazione dei testimoni di Geova stima, in media, per un importo pari a 4€ a persona al mese per il periodo compreso tra il 1993 e il 1996.
“E’ opportuno ricordare che il libero esercizio del diritto alla libertà di religione dei Testimoni di Geova è tutelato dall’articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo”, ha affermato la Corte di Strasburgo.
La Corte, a sostegno, ricorda di aver emesso numerose sentenze in loro favore contro la Russia, la Georgia, la Grecia e l’Austria.
Tuttavia nel 2010 l’associazione francese, che si ritiene vittima di discriminazione, nell’ambito della decisione sull’ammissibilità della sua denuncia, si è vista rigettare la propria istanza su questo punto per non aver esurito le vie di ricorso interne.
La Francia è dunque condannata su un elemento puramente giuridico.
La Corte ha ritenuto che la rettifica fiscale, che “minaccia la perennità dell’associazione” e costituisce un’”ingerenza” nel suo diritto a praticare la propria religione, non ha il carattere di “prevedibilità” richiesto dalla Convenzione europea dei Diritti dell’Uomo.
In questo caso, l’articolo 757 del codice generale delle imposte relativo alla tassazione dei doni manuali non dice se essa si riferisca anche alle donazioni alle persone giuridiche, né se possa essere imposta in occasione di un controllo fiscale.
Per quanto riguarda la questione dei danni dovuti all’associazione richiedente, la Corte invita entrambe le parti a trovare un accordo prima di pronunciarsi ulteriormente.
Traduzione a cura della Redazione di TdG News dell’articolo pubblicato da www.lexpress.fr
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