Si fa sempre più complicata la vicenda di Anonymous-OS, la distribuzione Linux nata apparentemente dagli sforzi di una parte del collettivo Anonymous. All'apparenza, Anonymous OS non è altro che una variante di Ubuntu 11.10, che utilizza il desktop MATE ed è arricchita da tutta una serie di applicazioni dedicate alla sicurezza e all'hacking, un po' come la più famosa BackTrack.
Se fosse tutto qui, quasi non sarebbe il caso di parlarne. Il problema è che, subito dopo la sua apparizione, sull'account Twitter di AnonOps è apparsa una presa di distanza che metteva in guardia gli utenti dallo scaricare il sistema operativo. «Anon OS è un falso. È pieno di trojan» scriveva Anonymous, in pratica affermando che qualcuno avrebbe utilizzato il nome Anonymous per diffondere malware, un po' come successo nel caso del trojan Zeus. Il problema è che, per quanto AnonOps sia generalmente ben informato sulle attività di Anonymous, è sempre difficile sapere chi possa parlare ufficialmente a nome di un movimento che è anonimo per definizione. Sondaggio Linux no, ho detto di no! Che cosa ti trattiene dall'installare Linux? Tutti quelli che conosco hanno Windows: con chi potrei scambiare dati e software? Non ho voglia di imparare un nuovo sistema operativo e dei nuovi programmi. Alcuni miei componenti hardware non vengono riconosciuti. Ci sono alcuni software che utilizzo sotto Windows che mi sono indispensabili. Semplicemente non sento l'esigenza di passare a Linux. Ho intenzione di farlo nel prossimo futuro. Nessun motivo mi impedisce di passare a Linux, infatti già lo utilizzo con soddisfazione. Mostra i risultati (2936 voti) Leggi i commenti (35) I creatori del sistema, d'altra parte, protestano la propria buona fede, pubblicando sul proprio blog i risultati di una scansione con rkhunter che li scagionerebbe. Ad aggiungere poi altra legna al fuoco ha pensato Sourceforge, che ospita il progetto Anonymous OS: con un post sul blog ufficiale il team di Sourceforge ha annunciato la sospensione del progetto stesso. I motivi stanno nella scarsa trasparenza dell'iniziativa, a partire dall'adozione di un nome che ha attirato l'attenzione internazionale, alla verifica del fatto che «è davvero un rischio per la sicurezza, e non semplicemente una distribuzione sulla sicurezza».
Se fosse tutto qui, quasi non sarebbe il caso di parlarne. Il problema è che, subito dopo la sua apparizione, sull'account Twitter di AnonOps è apparsa una presa di distanza che metteva in guardia gli utenti dallo scaricare il sistema operativo. «Anon OS è un falso. È pieno di trojan» scriveva Anonymous, in pratica affermando che qualcuno avrebbe utilizzato il nome Anonymous per diffondere malware, un po' come successo nel caso del trojan Zeus. Il problema è che, per quanto AnonOps sia generalmente ben informato sulle attività di Anonymous, è sempre difficile sapere chi possa parlare ufficialmente a nome di un movimento che è anonimo per definizione. Sondaggio Linux no, ho detto di no! Che cosa ti trattiene dall'installare Linux? Tutti quelli che conosco hanno Windows: con chi potrei scambiare dati e software? Non ho voglia di imparare un nuovo sistema operativo e dei nuovi programmi. Alcuni miei componenti hardware non vengono riconosciuti. Ci sono alcuni software che utilizzo sotto Windows che mi sono indispensabili. Semplicemente non sento l'esigenza di passare a Linux. Ho intenzione di farlo nel prossimo futuro. Nessun motivo mi impedisce di passare a Linux, infatti già lo utilizzo con soddisfazione. Mostra i risultati (2936 voti) Leggi i commenti (35) I creatori del sistema, d'altra parte, protestano la propria buona fede, pubblicando sul proprio blog i risultati di una scansione con rkhunter che li scagionerebbe. Ad aggiungere poi altra legna al fuoco ha pensato Sourceforge, che ospita il progetto Anonymous OS: con un post sul blog ufficiale il team di Sourceforge ha annunciato la sospensione del progetto stesso. I motivi stanno nella scarsa trasparenza dell'iniziativa, a partire dall'adozione di un nome che ha attirato l'attenzione internazionale, alla verifica del fatto che «è davvero un rischio per la sicurezza, e non semplicemente una distribuzione sulla sicurezza».