CITTA' DEL VATICANO – Lo Ior? Non ancora trasparente, ma quasi. Il Vaticano ha ottenuto da Moneyval, la divisione del Consiglio d’Europa che valuta i sistemi anti riciclaggio un giudizio a luci e ombre.Finora solo nove delle 16 raccomandazioni necessarie per essere inseriti all’interno dell’elenco dei Paesi virtuosi sono state adeguate agli standard richiesti. Il resto è ancora negativo. Il cammino è tuttora in corso ma sembra ancora lungo. Il rapporto pubblicato stamattina a seguito delle ricerche effettuate in questi mesi dagli esperti di Strasburgo, pur non essendo una inchiesta vera e propria sulle accuse passate o presenti di riciclo di denaro e finanziamento del terrorismo, resta una importante cartina di Tornasole del livello di trasparenza.
Agli esperti dell’organismo di Strasburgo non è sfuggito cosa è che ancora non va nella gestione delle finanze del Vaticano. Gli adeguamenti normativi che la Santa sede ha apportato in questo ultimo periodo vanno certamente nella direzione giusta, ma ancora non bastano. Ora servono altri passi in avanti. Secondo gli esperti «la base legislativa per la vigilanza deve infatti essere ulteriormente rafforzata. I valutatori – si legge nel rapporto – hanno ritenuto che vi è una mancanza di chiarezza tra il ruolo, le responsabilità, l’autorità, i poteri e l’indipendenza dell’Aif, l’autorità finanziaria che è stata creata dal Vaticano per intervenire davanti ad operazioni sospette o il transito di denaro di dubbia provenienza». Inoltre, lamentano gli esperti, «non ha avuto luogo alcuna ispezione in loco, né tantomeno alcuna prova a campione dei file client». Come dire che tra i documenti richiesti dagli esperti a suo tempo non c’è mai stata una lista dei conti esistenti allo Ior. «E’ fortemente raccomandato che l’Istituto per le Opere di Religione sia sottoposto nel prossimo futuro alla vigilanza prudenziale di un supervisore indipendente e che vengano da questo ultimo applicati i requisiti di affidabilità e correttezza al senior management delle istituzioni finanziarie». Un altro giudizio negativo riguarda il numero delle segnalazioni ricevute dall’Aif, l’organismo vaticano che dovrebbe intervenire davanti ad operazioni sospette: «pur tenendo in considerazione le modeste dimensioni del settore finanziario in questione, è risultato modesto» annota Moneyval. Insomma finora ha avuto un ruolo poco chiaro e pertanto necessita di un intervento ulteriore. Il Vaticano di fronte alla pubblicazione del rapporto ha risposto che il sentiero imboccato dalla Santa Sede va nella direzione della trasparenza. «Il rapporto rappresenta quindi non la fine bensì una pietra miliare nel nostro costante impegno di coniugare l’impegno morale con l’eccellenza tecnica» ha spiegato monsignor Ettore Ballestrero, il capo delegazione che due settimane fa è volato a Strasburgo per seguire da vicino i lavori di Moneyval. «La Santa Sede vuole costruire compiutamente un edificio che dimostri la sua volontà di essere un partner affidabile nella comunità internazionale». Il prossimo esame è fissato al 2013.
Agli esperti dell’organismo di Strasburgo non è sfuggito cosa è che ancora non va nella gestione delle finanze del Vaticano. Gli adeguamenti normativi che la Santa sede ha apportato in questo ultimo periodo vanno certamente nella direzione giusta, ma ancora non bastano. Ora servono altri passi in avanti. Secondo gli esperti «la base legislativa per la vigilanza deve infatti essere ulteriormente rafforzata. I valutatori – si legge nel rapporto – hanno ritenuto che vi è una mancanza di chiarezza tra il ruolo, le responsabilità, l’autorità, i poteri e l’indipendenza dell’Aif, l’autorità finanziaria che è stata creata dal Vaticano per intervenire davanti ad operazioni sospette o il transito di denaro di dubbia provenienza». Inoltre, lamentano gli esperti, «non ha avuto luogo alcuna ispezione in loco, né tantomeno alcuna prova a campione dei file client». Come dire che tra i documenti richiesti dagli esperti a suo tempo non c’è mai stata una lista dei conti esistenti allo Ior. «E’ fortemente raccomandato che l’Istituto per le Opere di Religione sia sottoposto nel prossimo futuro alla vigilanza prudenziale di un supervisore indipendente e che vengano da questo ultimo applicati i requisiti di affidabilità e correttezza al senior management delle istituzioni finanziarie». Un altro giudizio negativo riguarda il numero delle segnalazioni ricevute dall’Aif, l’organismo vaticano che dovrebbe intervenire davanti ad operazioni sospette: «pur tenendo in considerazione le modeste dimensioni del settore finanziario in questione, è risultato modesto» annota Moneyval. Insomma finora ha avuto un ruolo poco chiaro e pertanto necessita di un intervento ulteriore. Il Vaticano di fronte alla pubblicazione del rapporto ha risposto che il sentiero imboccato dalla Santa Sede va nella direzione della trasparenza. «Il rapporto rappresenta quindi non la fine bensì una pietra miliare nel nostro costante impegno di coniugare l’impegno morale con l’eccellenza tecnica» ha spiegato monsignor Ettore Ballestrero, il capo delegazione che due settimane fa è volato a Strasburgo per seguire da vicino i lavori di Moneyval. «La Santa Sede vuole costruire compiutamente un edificio che dimostri la sua volontà di essere un partner affidabile nella comunità internazionale». Il prossimo esame è fissato al 2013.