Don Alberto Barin indagato per violenza sessuale a danno di sei detenuti e per concussione
Don Alberto Barin, 51 anni, cappellano del carcere milanese di San Vittore, è stato arrestato con l'accusa di violenza sessuale su sei detenuti stranieri tra i 22 e i 28 anni e per concussione.
Gli abusi sessuali si sarebbero consumati tra il 2008 e l'ottobre 2012 . Alcuni di questi episodi sono stati registrati da una videocamera nascosta nell'ufficio del prelato, a partire da questa estate quando sono scattate le indagini, dagli inquirenti. Una delle vittime prese di mira dal cappellano dopo essersi rifiutato di sottostare alle sue avances non è stato più convocato nell'ufficio del prete e non ha quindi più ricevuto i benefici che invece venivano elargiti alle ad altri detenuti.
Secondo la ricostruzione dei pm Daniela Cento e Lucia Minutella, coordinate dal procuratore aggiunto Piero Forno, i detenuti concedevano favori sessuali perché costretti da uno stato di bisogno misto al timore reverenziale dovuto al fatto che il cappellano rivestiva un ruolo molto importante all'interno del carcere, anche perché era decisivo il suo parere per le scarcerazioni e per altri benefici. Sempre stando all'ipotesi dell'accusa, il cappellano metteva in atto una sorta di rituale: quando un detenuto veniva scarcerato per fine pena lo faceva passare dalla sua abitazione, adiacente al carcere, dove subiva atti sessuali per "sdebitarsi". In una circostanza, questo "rituale" sarebbe anche stato filmato grazie aduna videocamera messa dagli stessi inquirenti. La Procura sta effettuando approfondimenti per capire se il cappellano abbia abusato anche di altri detenuti, oltre ai sei già identificati. Nell'ordinanza di 36 pagine, firmata dal gip Enrico Manzi, sono contenute intercettazioni ambientali, sia nell'abitazione sia nell'ufficio di Don Barin, che hanno consentito di risalire a cinque vittime, dopo la prima denuncia di un detenuto straniero già violentato da un compagno dietro le sbarre. Ora il prete è detenuto nel carcere di Bollate.
Don Alberto avrebbe preteso favori sessuali anche in cambio di beni di prima necessità, come lo spazzolino da denti, lo shampoo e somme di denaro per le piccole spese.