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Nuova Sars e aviaria: come nascono le pandemie che arrivano dall’Asia




Quali sono le dinamiche dei virus e in quali direzioni si muovono i ricercatori per scongiurare una pandemia globale? Dagli Stati Uniti un articolo che invita a mantenere alto il livello di guardia
The Next Pandemic: Not if, but When. La prossima pandemia: non se, ma quando. Il titolo icastico, sintetico ed estremamente dirompente è del New York Times, la firma di David Quammen del National Geographic.
L’articolo di Quammen prende spunto dalle relazioni provenienti dalla Cina e dal Medio Oriente su nuovi focolai di influenza aviaria (H7N9) e Sars per spiegare come le pandemie nascano nel più completo silenzio mediatico, coperte dal rumore di fondo della sovrainformazione.




Quammen sottolinea come un fenomeno potenzialmente globale venga trattato solo ed esclusivamente su scala locale e così sulle vittime della nuova influenza aviaria si trovano notizie solo su organi di informazione cinesi, mentre ancora più rarefatti sono stati i post e gli articoli sul nuovo coronavirus parente della Sars. Quest’ultimo virus, scoperto a settembre, ha fatto registrare 33 casi: 18 di questi hanno avuto decorso fatale. Con un tasso di mortalità del 55% il Novel Coronavirus (nCov) ha un tasso di mortalità di poco inferiore all’ebola.
Il coronavirus della Sars contagiò 8mila persone uccidendone il 10%, ovvio che con una mortalità così altra, i ricercatori dovranno accelerare i tempi sul NCov per scongiurare eventuali pandemie. La difficoltà nella creazione di strategie di contrasto è connessa alla natura estremamente proteiforme e mutevole dei coronavirus che hanno, per loro natura, una spiccata propensione alle mutazioni e alle ricombinazioni e anche la capacità di adattarsi rapidamente all’organismo ospitante. Questo è, forse, il dato più allarmante.
Come nascono questi virus? Come arrivano all’uomo? I principali veicoli sono gli animali selvatici. Il 60% delle nostre malattie infettive è causato dal contatto fra l’uomo e animali che ospitano microbi conosciuti col nome di zoonosi.
Secondo i ricercatori la Sars sarebbe stata originata dai pipistrelli e trasmessa all’uomo, probabilmente, attraverso un altro animale. Ai pipistrelli vengono attribuiti anche altri virus come Marburg, Hendra, Nipah e Menangle, questo perché questi volatili oltre a essere predisposti ad accogliere i virus sono caratterizzati dalla predisposizione a stare insieme e dal fatto di compiere ampi tragitti grazie alla possibilità di volare. Per quanto riguarda il nuovo coronavirus il suo “ospite serbatoio” deve essere ancora trovato, ma i ricercatori nelle prossime settimane analizzeranno con attenzione i pipistrelli arabi che visitano le piantagioni di datteri di Al Ahsa, vicino al Golfo Persico.
Quammen invita alla consapevolezza, a non considerare i virus di Cina, Congo o Bangladesh come un problema esotico e distante, perché in un mondo globalizzato anche le malattie sono potenzialmente globali. Anche perché dopo i primi casi della nuova Sars dello scorso settembre l’Arabia Saudita viene costantemente monitorata da OMS e organismi competenti. Il viaggio alla Mecca che ogni ottobre attira milioni di pellegrini che rientreranno nei loro rispettivi Paesi non consente errori: il livello di guardia dovrà restare alto.

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