E ladrona non è solo Roma, ma forse non è mai stata la sola
Spese pazze per la Regione Piemonte. Dai rimborso emergono spese per fast food, vestiti e videogame. Indagate 43 persone, ma Cota non ci sta e ribatte: "Io sono un presidente leale".
-Redazione- Quasi un milione di euro di rimborsi illeciti in soli due anni, tra il 2010 e il 2012. Dissipati tra ristoranti e vestiti firmati, ma anche ricariche telefoniche e mazze da golf.
57 sono i politici piemontesi indagati e tra loro ci sono il governatore leghistaRoberto Cota, il presidente dell'assemblea legislativa Valerio Cattaneo, l'ex presidente della Giunta Mercedes Bresso e poi consiglieri di maggioranza e opposizione. Per 14 di questi però, la procura non ritiene che sia opportuno proseguire nell'iter giudiziario.
I reati contestati, a vario titolo, sono truffa e peculato, con accuse diverse da caso a caso.
Il governatore Cota, all'indomani della chiusura dell'inchiesta, prende carta e penna e scrive una lettera inviata ai giornali: "Non ho mai fatto cene e festini in maschera, come è avvenuto altrove. – scrive il presidente della regione Piemonte – Non ne avrei avuto il tempo e non è assolutamente nella mia indole di uomo e padre di famiglia".
Ma a incastrare il governatore nell'inchiesta su "rimborsopoli", ci sarebbero i tabulati telefonici. "Non mi trovavo in quel posto in quel giorno", ripete Cota a chi gli contesta gli scontrini battuti in autogrill. Le sue telefonate, invece, come riporta La Repubblica, sembrano dimostrare il contrario.
[ Ma si può mentire alla nazione]
La Procura ha in mano un database con tutte le telefonate fatte e ricevute dai consiglieri indagati, e le relative "celle" che agganciano le chiamate al luogo da cui partono. Tra le spese particolari contestate ai 43 politici emerge un po' di tutto: rimborsi per cene al ristorante e ai fast food, videogame, cravatte e tartufi, sostituzione di pneumatici, valigie in pelle, articoli per animali, biglietti per le partite.
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